TRICOPIGMENTAZIONE
La tricopigmentazione rappresenta una branca della micropigmentazione che trova da diversi anni crescente diffusione nel mondo estetico, così come in quello medico. Sempre più esperti propongono questa tecnica a soggetti affetti da patologie o inestetismi del cuoio capelluto.
La tricopigmentazione trova origine nell’evoluzione della Scalp Micro Pigmentation (comunemente riconosciuta con la sigla SMP). Quest’ultima consiste nell’introduzione di un pigmento permanente nel derma al fine di ricreare l’effetto del capello rasato in zone glabre o diradate. Da questo principio è stata sviluppata la tricopigmentazione, tecnica che prevede l’impiego di pigmenti, in questo caso temporanei, e di attrezzature specifiche per il cuoio capelluto.
Perché la tricopigmentazione, a differenza della Scalp Micro Pigmentation, è temporanea?
Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto i tecnici che si servono di questa tecnica desiderano offrire la libertà ai propri clienti di smettere di sottoporsi al trattamento o di cambiare il proprio look.
In secondo luogo, il volto di un individuo e il suo colore di capelli si modificano drasticamente nel corso del tempo e solo un pigmento riassorbibile permette all’utilizzatore di adattare forma e colore del trattamento al proprio aspetto che vive fasi di cambiamento costante.
Come è possibile che la tricopigmentazione sia temporanea?
Come abbiamo affermato nell’introduzione, la tricopigmentazione, così come la Scalp Micro Pigmentation, consiste nell’introduzione di un pigmento nel derma.
Tuttavia la SMP permanente si serve di un pigmento caratterizzato da particelle la cui dimensione è superiore ai 20 micron. Di conseguenza, i macrofagi del nostro sistema immunitario non sono in grado di assorbirle ed espellerle. Al contrario, il pigmento da tricopigmentazione è costituito da polveri di dimensione inferiore.
In secondo luogo, il tecnico di tricopigmentazione inserisce il pigmento a livello del derma superficiale, e non nel derma profondo, dove invece viene depositato il pigmento da SMP permanente.
Proprio queste ragioni garantiscono, in mancanza di anomalie del sistema immunitario, una totale scomparsa del pigmento nell’arco di circa due o tre anni.
In quali casi si può effettuare una tricopigmentazione?
La tricopigmentazione rappresenta una buona opzione in diversi casi. Analizziamo di seguito i principali:
- Calvizie o diradamento: in presenza di alopecia androgenetica, vi sono due opzioni. Un trattamento con capello lungo qualora la quantità indigena sia sufficiente ad offrire un risultato naturale, e un trattamento con effetto rasato nel caso in cui la densità sia insufficiente. In questo caso sarà necessario rasare i capelli a circa 0,5 mm in modo che i punti realizzati dal tecnico possano uniformare completamente il cuoio capelluto.
- Alopecia areata: in presenza di questa patologia, caratterizzata da una caduta che risulta in chiazze glabre, l’obiettivo del tecnico sarà quello di ridare ordine allo scalpo, ricreando, nelle zone interessate, la stessa densità presente nell’area circostante.
- Alopecia universale: condizione che interessa tutto lo scalpo, rappresenta uno dei casi più complessi per un tecnico di tricopigmentazione. Sono necessari, infatti, grande abilità tecnica e un alto grado di preparazione per ricostruire anche zone del cuoio capelluto caratterizzate da una pelle particolarmente delicata, come le aree parietali e quella occipitale.
- Rimozione di una protesi: molti utilizzatori di protesi capillari si rivolgono ai tecnici specializzati in tricopigmentazione per un trattamento con effetto rasato.
- Pre e post trapianto di capelli: la tricopigmentazione è riconosciuta dal mondo medico come un valido complemento al trapianto, per migliorare i risultati ottenuti con la chirurgia, e un’alternativa alla stessa qualora le caratteristiche dell’area donante dello scalpo risultino non idonee.
- Camouflage cicatrici: esiti cicatriziali derivanti da trapianto di capelli, così come cicatrici dovute a traumi sul cuoio capelluto, possono essere camuffati con l’ausilio della tricopigmentazione. È compito del tecnico specializzato comprendere in quali situazioni sia opportuno intervenire e, al contrario, in quali casi il trattamento non porterebbe ai risultati sperati.